Quando si parla di business, di marketing, o più in generale…
Leading with Courage – Deep, Safe and Daring Communication
Viviamo in una società che incoraggia l’individualismo.
Dobbiamo essere non solo sempre migliori, ma superare costantemente gli altri, tenendo a mente che chiunque ci può ingannare, abbandonare a noi stessi, metterci in difficoltà pur di primeggiare o di essere nella posizione più vantaggiosa. Dobbiamo essere i migliori tra i nostri colleghi, dobbiamo essere i migliori genitori, i migliori figli, i migliori studenti, lavoratori, manager. Dobbiamo battere tutti sul tempo, essere pronti a qualunque cosa pur di distinguerci. Dobbiamo essere perfetti, intoccabili, in un certo senso temibili. Chi non riesce in tutto questo può solo biasimare se stesso.
E se potessimo fare diversamente? E se potessimo vivere uno scenario completamente diverso?
L’essere umano è un animale sociale, e questo vale anche per chi è di indole introversa o per chi, semplicemente, lavora bene da solo. Non possiamo muoverci completamente in solitudine, non possiamo migliorare senza confrontarci con il pensiero altrui, non possiamo sopravvivere senza essere aiutati. Non possiamo vivere senza fidarci degli altri e senza essere noi stessi persone degne di fiducia.
Ma questa collaborazione, questo lavoro di fiducia reciproca non è facile. Potenzialmente, può andare storta qualunque cosa: si possono usare le parole sbagliate, oppure dire tutte quelle giuste ma con un tono che sottintende preoccupazione, accusa, biasimo. La comunicazione è fatta non solo da parole, ma anche da gesti, toni, silenzi che non sono spontanei ma che vanno compresi, studiati, conosciuti. Bisogna educarsi alla comunicazione e alla costruzione di un rapporto di fiducia.
Uno dei bias più comuni, e che bene o male tutti ci portiamo dietro, è quello di credere di saper comunicare. Dopotutto, impariamo a parlare fin da piccolissimi, e quando iniziamo, praticamente non smettiamo più. Dovremmo dunque essere degli esperti, giusto?
Allora come mai le incomprensioni sono sempre così frequenti? Come mai fatichiamo a trovare le parole, le formule giuste per esprimere ciò che intendiamo? E perché se anche ci riusciamo può succedere che la persona con cui stiamo parlando sviluppi pensieri e stati d’animo che noi non avevamo assolutamente intenzione di suscitare?
La comunicazione è un meccanismo complicato, fatto di ingranaggi che devono incastrarsi e funzionare in armonia, messi in moto da una cultura personale e da quella collettiva. Ecco perché bisogna costantemente esercitarsi e aver voglia di imparare.
La divisione Learning & Development di Dual Communication
La divisione Learning & Development di Dual Communication si occupa proprio di questo: lavora per migliorare le abilità delle persone nel comunicare in modo funzionale, rafforzando le competenze di intelligenza emotiva e le capacità di generare fiducia e collaborazione, cercando di incidere sul substrato culturale che influenza e determina le interazioni, facilitando la navigazione del cambiamento inteso come uno stato di vita abituale. Studia ed elabora per poi orientare i vari team aziendali a sviluppare la propria intelligenza emotiva e applicarla sul luogo di lavoro, per contribuire a un ambiente lavorativo più sano. Per fare ciò costruisce percorsi trasformativi, progetta strumenti in grado di aiutare le persone a conoscere meglio loro stesse e a comprendere meglio gli altri.
Con questo obiettivo, dal 29 maggio al 2 giugno si è tenuta – presso Villa Meigama a Villasimius, nel sud della Sardegna – la masterclass “Leading with Courage – Deep, Safe and Daring Communication”. In un luogo sospeso tra il verde dell’isola mediterranea e il suono del mare, quindici persone provenienti da tutt’Europa e con esperienze lavorative e di vita completamente diverse tra loro hanno preso parte a quattro giornate dedicate alla comunicazione profonda, sicura e coraggiosa, grazie alla comprensione dei meccanismi della fiducia e del cambiamento, migliorando al contempo l’abilità di dare feedback.
La Masterclass
Veniamo ora alla masterclass “Leading with Courage – Deep, Safe and Daring Communication” organizzata dalla divisione Learning & Development di Dual Communication: un ritiro di quattro giorni per scoprire il TSI (Trust Style Inventory) – e decidere se acquisire la certificazione TSI Assessor – e svolgere tre attività IFB Network plug and play per facilitare una comunicazione profonda, sicura e audace nel proprio ecosistema.
A tenere i vari laboratori e ad accompagnare i partecipanti lungo ogni fase della masterclass troviamo Giuliano Bottelli – IFB Europe regional leader e partner del network globale per la diffusione dell’Intelligenza Emotiva Six Seconds, nonché Founder e CEO di Dual Communication –, Feliziano Crisafulli – anch’egli partner di Six Seconds, e facilitatore certificato TSI e Dare To Lead – Yvette Bethel – fondatrice del network IFB (Interconnectivity, Flow, and Balance) – e Alison Lalieu – facilitatrice certificata TSI, partner di Six Seconds e fondatrice del Courageous Leadership Hub. Quattro mentori d’eccezione, esperti nelle pratiche di sviluppo dell’intelligenza emotiva all’interno di diversi ecosistemi, da quelli aziendali a quelli familiari, promotori di un modello di leadership che guarda alla salvaguardia della salute mentale ed emotiva altrui, contribuendo alla costruzione di ambienti di lavoro sani e sicuri.
Il primo giorno ha visto la presentazione del programma, degli obiettivi della masterclass e, soprattutto, la presentazione reciproca di ogni partecipante. La meraviglia di vedere non solo manager aziendali e collaboratori di Dual, ma anche genitori che volevano imparare ad essere genitori in grado di sostenere al meglio i propri figli lungo il loro percorso di crescita, e un ex avvocato che voleva migliorare le sue capacità di coaching per stare accanto alle nuove generazioni al meglio, è difficile da descrivere. Una meravigliosa eterogeneità.
È però dal secondo giorno che la masterclass è entrata nel vivo. Durante la mattinata sono stati individuati i personali permission slips, ovvero le concessioni, i permessi che ognuno concedeva a se stesso durante queste giornate. Quante volte vi siete dati il permesso di sbagliare, di essere vulnerabili, di essere sinceri, o di non capire e di chiedere aiuto? I permission slips sono proprio questo: una concessione che mettiamo per iscritto, a cui decidiamo di dare un peso materiale (che sia quello di un foglio di carta o, come poi è stato fatto durante la mattinata, su una pietra) e di tenere di fronte a noi. Perché è facile dimenticarsi di essere umani, e di credere che le proprie vulnerabilità siano un elemento da nascondere.
Una volta gettate le basi per lavorare al meglio, Yvette Bethel ha spiegato il TSI, un test che punta alla comprensione del proprio Trust Style, ovvero i meccanismi e gli elementi che ci spingono a dare e generare fiducia negli altri, ideato da lei insieme a Six Seconds. Il TSl parte dall’analisi di tre elementi tre pilastri: l’integrità (“integrity”), ovvero la coerenza con valori quali l’onestà e la trasparenza; la propria intelligenza emotiva (“emotional mastery”), la capacità di comprensione delle emozioni e di essere consapevoli delle emozioni proprie e altrui; e, infine, la personale tendenza che ognuno ha di prendersi cura e di collaborare con gli altri (definita “we disposition”). Tramite il TSI si riceve dunque una valutazione personale, che aiuta a comprendere meglio se stessi, cosa muove la propria fiducia e cosa la fa perdere, mettendo in luce le varie opportunità di crescita.
Dopo aver spiegato e invitato i partecipanti ad analizzare il proprio TSI, Bethel ha introdotto il Circle of Trust, uno strumento creato da Dual Communication con la sua collaborazione. Questo si presenta di fatto come un gioco che ha lo scopo di attivare conversazioni profonde e coraggiose all’interno di un team, avendo allo stesso tempo lo scopo di capire come ciascun membro di esso può contribuire al raggiungimento di un obiettivo condiviso. Strumenti dunque in grado di stimolare la comunicazione sia in team che con se stessi, per interrogarsi, intraprendere un percorso fatto di domande e comprensione.
Nel pomeriggio ci si è concentrati sul concetto di fiducia in ambito lavorativo, personale e familiare, formando tre gruppi da cinque partecipanti, e spingendo loro alla conversazione e all’autoanalisi grazie ai vari strumenti realizzati dai coach.
Durante la mattina del terzo giorno, Alison Lalieu ha esplorato la Spiral of Change: i partecipanti hanno usato delle mappe per indagare e orientarsi sul modo di vivere il cambiamento di ciascuno di noi, partendo dalle resistenze al cambiamento stesso.
In seguito, i partecipanti si sono dedicati alle trust conversations, ovvero conversazioni profonde nelle quali – grazie alla guida di un facilitatore esperto – si è condotti nell’analisi e nell’approfondimento di esperienze personali, così da trasmettere in modo efficace ciò che si è appreso, gettando ulteriori basi per la costruzione di rapporti di fiducia.
Terminato il percorso sulla fiducia, l’ultima giornata è stata dedicata a un argomento forse ancora più complesso: il feedback. Feliziano Crisafulli ha guidato i partecipanti in un percorso formativo teorico e pratico, grazie a workshop tenutisi all’interno dei diversi ambienti della villa, insegnando come dare e ricevere feedback in grado di portare valore nella relazione e nel lavoro di ciascuna persona.
Quattro giorni di esercizi, giochi, di teorie e anche di molta pratica, dove se tra le mura della villa i partecipanti accrescevano le loro competenze nella comunicazione e imparavano a preservare la propria salute emotiva, la mattina potevano andare in spiaggia e fare pilates insieme a Diane, una delle partecipanti che ha meravigliosamente trasmesso il messaggio che anche il corpo ha bisogno di essere curato. Una masterclass completa, ricca e capace di impattare positivamente nel nostro sistema culturale, umano e lavorativo.
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