L’attenzione dell’utente è la vera nuova moneta che i brand si…
Ricordate di toglierci dallo spam: l’importanza delle newsletter e della newsletter LinkedIn per posizionare il brand
Ognuno di noi ha almeno tre indirizzi mail: quello di lavoro, dove si accumulano le mail che ci fanno sudare freddo tutti i lunedì mattina, quello personale, che usiamo per iscriverci alle newsletter e dove arrivano le comunicazioni dei pacchi in consegna, e poi c’è la mail di riserva, che è quella che usiamo quando siamo “costretti” a mettere un indirizzo di posta elettronica per fare la tessera punti del negozio di abbigliamento, e dove generalmente accumuliamo gli spam. E questo senza contare la pec, su cui ogni tanto vengono mandate le multe.
È un po’ come avere un gigantesco archivio, dove lavoro, interessi personali e comunicazioni varie trovano il loro posto, così quando accediamo a una casella mail sappiamo già cosa aspettarci; anche se, nel mare di comunicazioni che riceviamo, la maggior parte finisce cestinata ancora prima di essere aperta.
Quindi, se siamo un’azienda, un’attività commerciale, o un professionista che punta a farsi conoscere e a stringere un legame con il proprio pubblico, perché investire tempo, energie e spesso anche denaro nella creazione di newsletter e email marketing?
Cos’è l’email marketing?
Si definisce email marketing l’uso della posta elettronica per comunicare a una lista di indirizzi mail con messaggi commerciali, novità e informazioni aziendali o notifiche legate a un’attività online dell’utente.
Le mail dei vari brand che vi ricorderanno che a fine novembre c’è il BlackFriday, ad esempio, sono email marketing, così come il messaggio dello store online che si “accorge” che avete ancora dei prodotti nel carrello, o quello della compagnia di viaggi che vi mostra foto e vi invita a cliccare per leggere sul sito l’articolo dedicato alle destinazioni del nuovo anno.
Anche se è facile immaginarsi il muro di mail indesiderate appena si sente parlare di email marketing, questo – se fatto all’interno di una strategia ben ideata – può diventare uno degli strumenti più potenti che si hanno a disposizione, non solo per fidelizzare i clienti, ma anche per aumentare la reputazione del brand e crescere sul mercato.
Una newsletter che converte: newsletter LinkedIn
Nel vasto panorama delle newsletter, quella permessa dal canale LinkedIn è un po’ particolare: gli utenti non si iscrivono tramite mail, ma con i loro profili LinkedIn, ricevendo la notifica di pubblicazione direttamente sul social. Non è una cosa assurda o rivoluzionaria: lentamente, tutti i social network si stanno muovendo verso una “multi-canalità”, ovvero stanno piano piano cercando di diventare un luogo in cui unire tutta l’offerta di contenuti possibile per l’utente (foto, video, podcast, videogames, live streaming, ecommerce, e anche newsletter).
Che differenza c’è?
Il “social network del mondo lavorativo” ha messo a disposizione sempre più strumenti nello stesso luogo per creare legami fra persone che lavorano nello stesso ambito, ma anche per costruire ponti fra professionisti e realtà che potrebbero collaborare. Ecco che dunque chi si occupa di copywriting può seguire pagine che forniscono contenuti di valore sui più diversi metodi di scrittura, istituti che promuovono corsi, ma anche persone che si occupano di grafiche pubblicitarie o videomaker che si trovano dall’altra parte del mondo per la creazione di un documentario. Lavori, competenze, occhi e punti di vista differenti in grado di dare vita a progetti sempre più complessi e di impatto.
Dedicarsi quindi a una newsletter che viaggi esclusivamente su questo social può essere un’opportunità da non sottovalutare. Solo chi ci segue, chi è già nella nostra rete di contatti, riceve la notifica della sua creazione e l’invito a iscriversi alla prima uscita; in seguito, LinkedIn mostrerà le uscite come post sulla nostra pagina, e chi non è ancora iscritto potrà sempre rimediare dopo aver dato un’occhiata al contenuto. Poi, nessuno vieta di inserire all’interno della newsletter LinkedIn anche un invito a iscriversi alla newsletter tradizionale, costruita magari con contenuti differenti e più approfonditi.
A rendere unica la newsletter di LinkedIn sono anche i dati (gli insight) fornisce: oltre alle reazioni, al numero di commenti, condivisioni, visualizzazioni e interazioni, LinkedIn ci mostra i principali dati anagrafici di chi l’ha visualizzata, come il tipo di qualifica lavorativa e l’azienda appartenente. Possiamo così scoprire che magari la nostra newsletter è seguita principalmente da graphic designer, da giornalisti o da program manager, oppure che i dipendenti di un’agenzia di viaggi trovano i nostri contenuti particolarmente utili.
I vantaggi della newsletter LinkedIn in due parole
In tutto ciò, l’elemento che spicca tra i numerosi vantaggi del dedicarsi alla creazione di una o più newsletter è il consenso da parte dell’utente: sì, perché il fatto che questa tipologia di comunicazione marketing necessiti che il cliente espliciti la propria volontà a riceverla – scrivendo la propria mail o cliccando su un “segui” – lo pone anche nella condizione di poter rifiutare ciò che non gli interessa, tutelandosi e aprendo le mail con una maggiore serenità. Noi, invece, sappiamo di stare mandando il nostro contenuto a qualcuno che ha deciso che ciò che scriviamo può davvero interessargli.
Tutto ciò, unito alla presenza di contenuti di valore forniti in modo del tutto gratuito (non chiediamo neanche l’indirizzo email), capaci di impattare in modo positivo sull’utente e sulle sue conoscenze, contribuisce a migliorare la nostra reputazione. Il nostro brand diventa affidabile, un’entità con cui è piacevole avere a che fare, capace di distinguersi nel panorama generale. Perché, ormai, la qualità dei servizi o dei prodotti che si offrono come azienda è passata in secondo piano rispetto al sentimento, a ciò che le persone provano e pensano nei confronti dell’azienda stessa.
In un quadro di questo tipo, la reputazione e lo sviluppo di mezzi capaci di sviluppare rapporti di fiducia sono cruciali. Si instaura un legame, una via di comunicazione diretta e privata tra il brand e la persona, in una relazione che non è intrusiva o vincolante.
È un rapporto gentile.
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